Palio di Siena Luglio 2023
ROBERTO DI JULLO
Autore del Drappellone
Francesco Sabatini
Dai prati di Pescocostanzo al drappellone di Siena
Roberto Di Jullo è un irrequieto pittore, venuto dal vicino Molise a Pescocostanzo per la fama di antico centro delle arti e luogo di qualificata villeggiatura. Nelle sue solitarie spedizioni fuori dell’abitato, al posto del carniere porta a spalla la cassetta dei colori e una batteria di pennelli.
Ripassi dopo qualche settimana davanti allo “Studio” ed eccolo là sulla soglia, in giacca di velluto marrone, con un foulard verde a fiorellini intorno al collo,che illustra ai visitatori il frutto di quelle perlustrazioni negli sconfinati altipiani.
Il paesaggio si è depositato sulle tele e, nemmeno a farlo apposta, i cavalli al pascolo si sono trasformati in sfrenati cavalli in una gara … cittadina. Eh sì! Il cacciatore improvvisato era andato ad osservare i quadrupedi sbrigliati e inebriati dalla sterminata pianura che li eccitava alla corsa.
Ecco da dove i pennelli, raccolti negli astucci insieme con i tormentati tubetti di colore, avevano tratto le immagini veritiere della natura. Che di qui poi partono in buon numero per moltedestinazioni: il suo studio a Roma nei pressi del Colosseo, o i luoghi dove si tengono selettive
mostre. Molte partono per Siena, perché Roberto è anche l’illustratore ufficiale del Gran Palio annuale della città toscana. Ecco, infatti, immancabile su alcune sue tele la Torre del Mangia e un buon numero di drappi che si agitano nel gran polverone della mischia che affolla la piazza dove si svolge la famosa sfida. Ormai da anni suoi pennelli hanno trasposto le scene dalla piana verde di Pescocostanzo nella cavea della storica contesa cittadina della senese Piazza del Campo.
Da una parte i placidi animali al pascolo, con nitriti che sembrano uscire dalle tele quando sono ancora sul cavalletto piantato tra le zolle d’erba. Dall’altra il groviglio di colli, criniere, zampe e zoccoli che si scatenano nell’arena senese, tra stendardi, tintinnio di staffe e grida incitanti di migliaia di osservatori assiepati dietro le transenne della Mossa e della Curva di San Martino.
Mentre al tutto si associa la voce delle campane che dall’altissima torre ti richiamano alla realtà del luogo e del tempo. L’atmosfera dei suoi luoghi di origine deve aver comunque agito nell’animo e sulla mano dell’artista: che è chiaramente coinvolto nel fremito che invade umani e cavalli nella contesa per stimolo di natura. La contesa che ogni anno fa del Campo di Siena in quei giorni l’epicentro dell’orgoglio delle città medievali d’Italia.